Ping pong 030. RISPOSTE SULL’INESISTENTE RAPIMENTO DELLA CHIESA

ALEXANDRU BARABAS (11/10/18). Caro Fernando, vorrei farti alcune domande.

1.Se il rapimento della Chiesa non è prima della grande tribolazione, e di conseguenza la Chiesa è sulla Terra, allora quando «il nostro Signore Gesù verrà con tutti i suoi santi»? (cfr. 1Tesssalonicesi 3:13). Chi sono quei santi?

2.In Apocalisse vediamo che anche la Chiesa (sposa) torna con Gesù.

3.Se il rapimento non è quello cosiddetto “all’improvviso e segreto”, come spieghiamo le parole di Gesù, che dice che verrà come un ladro di notte, nel giorno che nessuno se lo aspetta, perché nessuno sa il giorno che tornerà il Figlio dell’uomo?

4.Questo a sua volta è in contraddizione con Daniele, che dice con massima precisione quando lui tornerà, cioè  alla fine dell’ultima delle settanta settimane profetizzate (Daniele 9:20-27, cioè i sette anni del regno dell’Anticristo), dopo di che verrà subito il Signore.

RISPOSTA (12/10/18). Caro Alexandru, posso risponderti solo in modo breve e inadeguato, perché le tue domande si basano su un modo complessivo di comprendere la Bibbia che non condivido, ma che non può essere contestato solo su alcuni punti. Per questo ho pubblicato i miei tre libri sulla Bibbia e sto ora completando quello sul Vangelo di Matteo, via via messo sul sito. Dopo la mia risposta sintetica, così, ti indicherò dove puoi trovarne una più ampia.

1.Dai per scontato il rapimento e poni la domanda sull’ipotesi che ci sia prima della grande tribolazione, ma la comune concezione del rapimento è una moderna invenzione dei teologi che contrasta con tutta la Bibbia. Per “rapimento della Chiesa”, infatti, si intende comunemente che essa verrà presa e portata in cielo, ma in 1Tessalonicesi 4:17 Paolo descrive un andare «a incontrare il Signore nell’aria» per accompagnarlo poi sulla Terra, proprio come illustrazione di quanto anticipato in 3:13. Era costume, a quei tempi, andare incontro a chi stava arrivando. Per esempio, come fecero quelli di Roma che andarono incontro a Paolo, o le dieci vergini che andarono a incontrare lo sposo (Atti 28:15; Matteo 25:6). PER AMPLIARE: nel mio libro sugli Atti degli apostoli, vedere l’Approfondimento n. 17, “Paradiso senza risurrezione: una eresia di fatto”, pp. 176-187.

2.Certo che la sposa torna con Gesù, ma un intervallo che fra risurrezione e ritorno di Gesù non è scritto da nessuna parte, mentre 1Tessalonicesi 4:15-17 li associa strettamente. Dire che la sposa è la Chiesa non è sbagliato, purché non si intenda la Chiesa come qualcosa di separato da Israele. La sposa è Gerusalemme (Apocalisse 21:9-10) ma il significato di Gerusalemme, a partire dai profeti, era divenuto molto complesso. PER AMPLIARE: nel mio libro sull’Apocalisse, vedere la parte finale del cap. 13, riguardante la “sposa dell’Agnello” (pp. 112-115) e il commento a 22:17 (p. 119).

3.Gesù verrà certamente all’improvviso e senza che si sappia con precisione quando. Ma quando arriverà non sarà certo in modo segreto, perché «ogni occhio lo vedrà» (Apocalisse 1:7), come si vede un lampo, e «tutte le genti saranno riunite intorno a lui» (Matteo 24:27; 25:31-34). PER AMPLIARE: nella prima bozza su Matteo, nel cap. 22/3 (p. 141), vedere il commento alla parabola delle zizzanie (Matteo 13:24-43).

4.Su questo diffuso modo di interpretare le settanta settimane di Daniele mi limito a due obiezioni: una sul “letteralismo intermittente” e l’altra sull’applicazione a noi delle profezie dell’Antico Testamento. Si dice che le settanta settimane di Daniele 9:20-27 vanno interpretate “alla lettera”, obietto solo che Daniele è stato interpretato alla lettera prima della venuta di Gesù e ciò è alla base dei primi capitoli di Matteo. Poi Gesù ha in parte disatteso e posticipato quelle profezie, scandalizzando i due suoi amici più stimati: Giovanni Battista e Pietro. Oggi, quelli che si definiscono “letteralisti”, inseriscono un tempo indeterminato in mezzo alla settantesima settimana e così, quel tempo di settanta settimane (cioè 490 anni) non è più letterale, ma diventa per loro un tempo che si estende a migliaia di settimane. Si è insomma “letteralisti a intermittenza” e questa intermittenza si estende a tutte le profezie, interpretate alla lettera o in senso figurato a seconda di dove si vuole arrivare, distorcendo la Bibbia per piegarla ai nostri gusti. L’altra obiezione è che TUTTI riconoscono che, nelle profezie dell’Antico Testamento, non c’è distinzione fra prima e seconda venuta di Gesù. Gesù stesso ne dà un esempio (Luca 4:16-21), interpretando a Nazaret il capitolo 61 di Isaia, dove si descrive l’opera del Messia come se avvenisse tutta insieme. Gesù si ferma a metà del versetto 2, dicendo che fino lì si stava avverando, mentre il resto constatiamo che non si è ancora avverato. Se vogliamo sapere qualcosa sul nostro futuro, perciò, bisogna vedere come Gesù e gli apostoli hanno interpretato e aggiornato le profezie dell’Antico Testamento, senza fissarci su particolari dettagli interpretati a modo nostro. AMPLIAMENTI PROGRESSIVI. Nel mio libro sugli Atti si può vedere il Collegamento n. 3, “L’equivoco delle profezie su Cristo” (pp. 24-25). Mentre nella prima bozza su Matteo, al cap. 3, il par. 4 si intitola “Matteo travisa le profezie dell’Antico Testamento?” (pp. 20-21). Sul discorso profetico di Gesù ci dovrei tornare presto, ma su di esso c’è già un lungo post nel sito: “Il discorso profetico di Gesù, alla luce di Geremia e Daniele” (link) . Poi ci sarebbe il libro sull’Apocalisse, meglio se preceduto da uno studio dei profeti dell’Antico Testamento (circa 350 pagine del mio libro!). Lo capisco che sto esagerando, ma Gesù si è rivolto a Ebrei che ben conoscevano l’Antico Testamento. Cercare di capire bene i Vangeli senza quello sfondo è comunque senz’altro utile, ma gli equivoci sono innumerevoli.