DIO SULLA TERRA O NOI IN CIELO? Breve analisi di Giovanni 14:1-4
ALTIN DOLLAKAJ (16/11/16). Caro Fernando, ho seguito con attenzione i vostri convegni su Ekklesia TV, compreso l’ultimo sull’Apocalisse. Vorrei ringraziare e complimentarmi con tutti coloro che hanno contribuito a questo lavoro, perché lo trovo molto interessante e stimolante, nonché utile alla Chiesa per la santificazione, in vista dell’incontro con il Re. Per il futuro, affermi che dobbiamo attendere il ritorno di Gesù sulla Terra, dove alla fine Dio dimorerà con gli uomini. In Giovanni 14:1-4 però c’è scritto: «Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via». Non ci vedi un contrasto? Un fraterno abbraccio in Cristo.
RISPOSTA (18/11/16). Grazie per il tono fraterno della tua domanda. Bisogna rendersi conto che, anche con l’ascolto dei tre recenti Convegni ai quali ho partecipato, si può cogliere solo in modo incerto e frammentario la visione della Parola di Dio che ho inteso trasmettere. Per una comprensione adeguata occorre leggere i tre libri che ho messo a disposizione e che, se vuoi, posso farti avere a condizioni speciali. Nel mio libro sugli Atti degli apostoli (“Ritornare al Vangelo di Pietro e Paolo”, La Pietra angolare, 2016) ho preso in considerazione i vari versetti che vengono evocati per sostenere un’andata in cielo (pp. 181-86) e qui ti riporto una sintesi di quanto ho lì scritto sul passo da te citato.
GIOVANNI 14:2-4. È il passo più amato da chi aspetta il Paradiso. Bisogna considerare che gli apostoli, in quel momento, erano in grado di capire ben poco del piano complessivo di Dio, non essendo riusciti a capire «nulla» della crocifissione e risurrezione di Gesù (Luca 9:22; 9:44-45; 18:31-34). Bisogna comunque fare attenzione a quelle parole del versetto 13 che vengono di solito saltate e che ora riportiamo in corsivo: «Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, TORNERÒ e vi accoglierò presso di me» (Giov 14:2-3). Il quadro che Gesù delinea non assomiglia al fidanzato che va in America a preparare l’ambiente dove accogliere la fidanzata dopo il matrimonio. Assomiglia invece al fidanzato che, dopo un terremoto, va a preparare una roulotte con la quale tornare per accoglierci la sposa. Dato che Gesù non è ancora tornato, evidentemente LE «MOLTE DIMORE» NON SONO ANCORA PRONTE e, quando lo saranno, scenderanno dal cielo nella Gerusalemme che è celeste come luogo di fabbricazione, ma fatta per essere abitata sulla Terra, dove Dio tornerà stabilmente! (Apo 21:3,10). A queste evidenze interne al testo se ne possono aggiungere altre. Per esempio, non è affatto scontato che, nel dire «la casa del Padre mio», Gesù e gli apostoli intendessero la dimora celeste di Dio, visto che con la stessa espressione Gesù aveva chiaramente inteso la dimora terrestre di Dio, cioè il Tempio, quando rispose ai suoi genitori umani: «Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?» (Luca 2:49). Già nei Salmi, comunque, si fa spesso riferimento ad un abitare con Dio che, nel contesto, si riferisce chiaramente al Tempio, anche se la cristianità si rifiuta in genere di prenderne atto. Nel mio Riassunto dell’Antico Testamento sono elencati 45 Salmi che fanno riferimento al Tempio (cap. 24/11/A). Qualcuno obietterà che in 1Tessalonicesi 4 è scritto che incontreremo Gesù nell’aria, per essere poi portati in cielo e stare sempre con lui, ma qui ci sono altri equivoci, da esaminare a parte. Dio ti guidi e rallegri. DAF.
REPLICA (19/11/16). Trovo la tua risposta convincente, perché ha un senso logico ed è in linea con quello che stavano passando i discepoli (Gesù vuole rassicurarli che non finisce con la sua morte ma che un giorno saranno per sempre con Lui). Risulta però difficile cambiare prospettiva, dopo tanti anni in cui si è pensato in un certo modo. Eppure era tutto scritto davanti ai nostri occhi. Riguardo 1Tessalonicesi 4, per interpretare il passo mi viene in aiuto la parabola delle dieci vergini (Matteo 25), con la chiesa rappresentata dalle 5 vergini avvedute che vanno incontro allo sposo. Seguendo il contesto dei matrimoni orientali, di cui si parla in questa parabola, vedo la chiesa che va incontro al re nelle nuvole per accoglierlo festosamente e insieme, entrare trionfanti sulla Terra, dove lo sposo viene per regnare. AD.