Angelo Claudio La Leggia chiede chi siano i “santi” risorti dei quali si parla in Matteo 27:52. Non è facile rispondere, ma i “santi” e la “chiesa” esistevano già nell’Antico Testamento.
Caro Fernando, in Matteo 27:52 viene raccontato che, dopo la risurrezione di Gesù, risuscitarono anche molti «santi». Chi erano questi santi? Per caso Mosè, i profeti e i Salmi menzionano qualcosa riguardo a loro? (Angelo Claudio La Leggia).
RISPOSTA. Noi cristiani, nel nostro paziente e millenario lavoro per separare l’Antico Testamento dal Nuovo, abbiamo anche organizzato una “diversità di linguaggio”, per cui la parola “santi” spesso è riferita solo ai credenti del Nuovo Testamento. Continuando a pensarla così anche quando siamo chiaramente smentiti dalla Bibbia. In Deuteronomio 33:3 è scritto: «Javè ama i popoli [i Gentili], tutti i suoi santi sono nella tua mano». Salmo 16:3: «Quanto ai santi che son sulla terra, essi sono la gente onorata in cui ripongo tutto il mio affetto». La gran parte degli Ebrei di 2000 anni fa leggevano l’Antico Testamento in greco e nel Salmo 89:5 trovavano scritto: «Anche i cieli cantano le tue meraviglie, o Javè, e la tua fedeltà nella CHIESA DEI SANTI».
Noi però usiamo largamente il trucco di tradurre in modo diverso la stessa parola, in modo da nascondere il più possibile le corrispondenze fra l’Antico Testamento e il Nuovo. Mettendo in atto un altro meccanismo “pazzesco”, quello di considerare l’Antico Testamento come riferentesi a noi o no, a seconda del versetto e del momento. Così i Salmi li considerano come parte dell’Antico Testamento, ma nei culti evangelici sono i più citati!
Come mostrato nelle mie “Note” a questo Vangelo, Matteo mette subito in relazione Gesù con il libro di Daniele, dove al capitolo 7 viene annunciato il dominio eterno di un «Figlio d’uomo» e dei «santi dell’Altissimo» (7:13-27). Forse allora lo scopo di Matteo è quello di affermare che, anche se Gesù non ha realizzato subito il regno dei santi, ne ha mostrato un anticipo che vuole riaffermarne la realizzazione finale (cfr. 1Cor 15).
Riconosco che, di fronte al passo di Matteo 27:52-53, mi sento più di prenderne atto che di darne spiegazioni. Ho però sperimentato e sto sperimentando che, per fare un paragone, l’esplorazione del territorio biblico fatta a piedi consente di capirlo molto meglio, rispetto a incursioni fatte qua e là con l’elicottero. Il mio percorso a piedi l’ho iniziato alcuni anni fa partendo dalla Genesi e spero di soffermarmi su Matteo 27 entro la fine di quest’anno (2018). Arrivandoci a piedi suppongo di capire qualcosa in più, ma sarà pienamente recepibile solo da chi sarà arrivato anche lui lì a piedi.
REPLICA. Anche io ho da tempo deciso di esplorare il “territorio” biblico con le mie gambe e non scorrazzando qua e là, con qualche mezzo guidato da altri. Le conferenze sull’Apocalisse, con la lettura dei relativi libri, su questo mi hanno incoraggiato.
Dopo aver letto il passo di Matteo, ho cercato di riflettere sull’identità di questi “santi” e avevo pensato che poteva trattarsi di personaggi che avevano riconosciuto in Gesù il Messia, ma che erano deceduti prima della sua crocifissione. Il fatto che siano risorti e qualcuno li ha riconosciuti, lascia supporre che fossero personaggi noti. In 2Re 13:21 troviamo un episodio molto simile, perché un morto risuscita a contatto con le ossa conservatesi nella tomba di Eliseo.
Il dubbio iniziale è sorto, mio malgrado, dal sistema dottrinale prevalente, dove la nascita della chiesa viene fatta coincidere con la Pentecoste, perciò viene da chiedersi chi siano questi “santi”. Ma come hai detto, c’è un collegamento fra il popolo di Dio nell’Antico Testamento e quello nel Nuovo, quindi fra i santi addormentatisi prima della morte di Gesù e quelli dopo, come proprio questo passo in Matteo conferma.