TUTTE LE DONNE DELLA BIBBIA. (Raccolta di post da Facebook).
Foglio n. 1 – Da Eva alle figlie di Lot (10/11/16)
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DDB -2. Cari Amici, interrompo la serie dei “pensieri mattutini”, sostituendoli con una scheda su TUTTE LE DONNE DELLA BIBBIA (DDB), da inserire il giovedì e che completi la ricognizione in circa un anno, se Dio vuole. Ero già sposato da un decennio, eppure sentivo che il “pianeta donne” non lo avevo ancora capito sufficientemente. Volli perciò approfondire la questione, anche perché anche allora si discuteva del ruolo che noi uomini (presuntuosi) dovevamo assegnare alle donne.
DDB -1. Per capire meglio le donne, adottai due strategie: una naturale e l’altra soprannaturale. Il lavoro da insegnante mi obbligava a viaggiare in treno e allora decisi di stare abitualmente nello scompartimento dove si ritrovavano le colleghe, che capirono subito il mio atteggiamento non equivoco e mi accolsero come un loro fratello. Dato poi che mi professavo discepolo di Cristo, come potevo trascurare i ritratti di donne che fa la Bibbia? Ora torno quindi sui vecchi appunti di quattro decenni fa, rivisti alla luce della molta acqua passata sotto i ponti e cercando di adattarli alla “piazza Facebook”: nella quale non volevo entrare, ma dove comincio a sentirmi a mio agio.
DDB -0. La Bibbia è un testo che attira anche i non credenti; come Erri De Luca, che ha scritto un libro (Le sante dello scandalo, 2011) su quattro donne della Bibbia in grado di spiazzare i credenti (se hanno il coraggio di non sorvolare sul testo). La Bibbia non è un racconto fantastico fatto per trasportarci in un mondo ideale, ma una descrizione della realtà così com’è e di come Dio agisce nella concretezza. Le donne della Bibbia hanno poco a che fare con quelle religiose del nostro immaginario, di fronte alle quali ci si sente superiori: spesso infatti quelle bibliche ci mettono in crisi ed è per questo che i predicatori, per lo più, le ignorano. Credo che considerarle sia un percorso di libertà: non solo per le donne, ma anche per noi uomini.
DDB 1. EVA, la madre di tutti i viventi. Dopo aver creato Adamo a sua immagine, Dio non volle che rimanesse solo; non trovando fra gli animali un aiuto adatto, Dio formò una donna prendendo da lui una costola. Non prese una parte poco decorosa come i piedi, né la trasse dalla testa: Adamo fu privato di una parte viscerale, vicino al cuore, divenendo così incompleto: non è perciò per caso che la semplice vista di una donna può smuovere nell’uomo le sue corde più profonde. La donna (isha, in ebraico) fu fatta per essere un aiuto all’uomo (ish), ma Eva prese l’iniziativa e mangiò il frutto proibito, ponendo l’uomo di fronte al fatto compiuto, invitandolo così a seguirla o perderla. Sappiamo che Adamo non ebbe la forza di separarsi, così caddero nella vergogna, dando poi ciascuno la colpa del disastro a qualcun altro. Il frutto proibito non riguardava la sessualità, dato che Dio li aveva invitati a moltiplicarsi. Il peccato comportò una immediata distorsione di tutto e una sentenza di morte che sarà eseguita diversi secoli dopo. Nel frattempo, proprio a colei che aveva permesso l’ingresso della morte, Adamo rinnovò l’amore dandole il nome di Vita (che è il significato di Eva), perché è a partire da lei che hanno preso vita tutti gli esseri viventi. Senza la forza che viene trasmessa dalle donne (prima nostra madre, poi la moglie, poi una figlia), noi uomini andiamo poco lontano; e un discorso simile si può fare anche per le donne. La guerra fra maschi e femmine distrugge perciò entrambi. Comprendersi, integrarsi e sopportarsi – cioè amarsi – si sa che non è facile, ma è assolutamente necessario. (Riferimenti biblici principali: Genesi capp. 2-3; altri riferimenti: 1Timoteo 2:12-14). (13/10/16)
DDB 2. SARA, una donna affascinante e adatta alle intemperie. C’era qualcosa di eccezionale nella bellezza di Sara. Quand’ero giovane, per esempio, un amico mi raccontò che aveva bisogno di un’informazione e fu contento di avere l’occasione per attaccare discorso con due belle ragazze, che risposero con cortesia: quando però aprirono la bocca, persero tutta la loro grazia. Una donna è affascinante solo se la bellezza fisica si associa ad un’attraente interiorità. Sara era affascinante anche quando non era più giovane e anche per i re, al punto che il marito Abramo temeva che per prendersela qualcuno potesse ucciderlo. Così Sara accettò di farsi passare per sorella, trovandosi così per due volte in situazioni imbarazzanti, per liberarsi dalle quali ci volle l’opera di Dio (Genesi 12:10-20; 20:1-18). Credette alla promessa che, con Abramo, sarebbero diventati progenitori di una discendenza numerosissima, ma arrivò la menopausa senza che fosse divenuta madre. Pensò di rimediare mandando Abramo dalla sua schiava Agar per poi adottarne il figlio, ma la schiava ne approfittò per tentare di invertire i ruoli. Proprio in queste circostanze, però, Sara dimostrò una spiritualità più grande della sua bellezza. Andò da Abramo facendo leva sulla sua arma segreta e potentissima, che spinse Abramo a schierarsi dalla sua parte; l’arma era molto semplice e fu quella di fare appello alla Autorità Superiore: «Il Signore sia giudice fra me e te» (Genesi 16:15). Un’arma alla portata di ogni donna, se coltiva un buon rapporto con Dio e se è dalla parte della ragione. Poi Dio farà il miracolo di farle partorire Isacco dopo la menopausa, ma noi dobbiamo limitarci a cogliere solo qualche frammento. (Riferimento biblico principale: Genesi 11:29 a 23:4; altri riferimenti: Ebrei 11:11-12; 1Pietro 3:1-6). (20/10/16)
DDB 3. AGAR, l’umiltà precede la gloria. Quando si rese conto che avrebbe dato l’erede al suo padrone Abramo, la volontà di dominio la spinse a tentare di scavalcare Sara; non accettandone la reazione, fuggì, finendo per ritrovarsi disperata. Venne allora soccorsa da un angelo, che le indicò la via per risalire: tornare indietro e sottomettersi alla sua padrona Sara. L’angelo le profetizzò una numerosa discendenza e del figlio che le sarebbe nato (Ismaele) disse: «Egli sarà fra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui» (Genesi 16:12). Gli arabi si riconoscono come discendenti di Ismaele, però dicono che Agar era la moglie di Abramo, non la schiava; rivendicano perciò di essere loro gli eredi delle promesse ad Abramo, non gli ebrei o i cristiani. La profezia su Ismaele, perciò, a me sembra che faccia capire l’attuale conflitto con l’islam radicale più dei giornali e degli esperti; se ci fermiamo ad essa, però, rimaniamo con poche speranze di una soluzione, allora è bene prendere atto anche della prospettiva finale indicata in Isaia 19:24: «In quel giorno, Israele sarà terzo con l’Egitto e con l’Assiria, e tutti e tre saranno una benedizione in mezzo alla terra». (Riferimenti biblici principali: Genesi cap. 16; 21:1-21; 25:7-9). (27/10/16)
DDB 4. MOGLIE DI LOT, quando voltarsi indietro diviene fatale. Venne il tempo per Abramo di separarsi dal nipote Lot e fece scegliere a lui il territorio nel quale insediarsi con le sue greggi. Lot fu attratto dalla fertile pianura del Giordano e dalla grande città di Sodoma, nella quale decise di abitare (Genesi 13:8-13). Sodoma era corrotta e continuò a peggiorare, ma Dio avrebbe avuto ancora pazienza, se ci avesse trovato dieci giusti (Genesi 18:32). Lot avvertì le due figlie e i loro mariti che Dio stava per distruggere la città: le figlie un po’ di conoscenza di Dio ce l’avevano e presero sul serio l’avvertimento del padre, ma ai loro mariti le parole di Lot sembrarono barzellette. Così Lot, la moglie e le due figlie decisero di lasciare le loro case, ma siccome tardavano a mettere in pratica la decisione, dovettero essere presi per mano da angeli, che li accompagnarono fuori la città. Dio però volle che fossero pienamente responsabili delle loro scelte, allora gli angeli si allontanarono, ordinando loro di proseguire l’allontanarsi da Sodoma, senza fermarsi e senza voltarsi indietro. Quando però cominciò a piovere fuoco dal cielo, presumibilmente perché presa dalla nostalgia e dal rimpianto, la moglie di Lot si voltò indietro, divenendo una statua di sale. Per Gesù, questa è una storia che riguarda anche il futuro: «Come avvenne ai giorni di Lot […] avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà manifestato […] Ricordatevi della moglie di Lot» (Luca 17:28-32). (Riferimenti biblici principali: Genesi 19:12-26; Luca 17:26-36). (3/11/16)
DDB 5. FIGLIE DI LOT, una vitalità discutibile è meglio della morte. Nella scheda precedente le abbiamo lasciate che si allontanavano dalla pianura di Sodoma insieme al padre. Raggiunsero poi i monti e i tre trovarono rifugio in una caverna. Erano gli unici scampati alla catastrofe e così, per le due figlie, non c’era speranza di trovare un marito. Anziché cercare di sopravvivere aspettando la morte, le due figlie misero in atto un piano sconcertante: far ubriacare il padre in modo da farsi mettere incinte. Il piano ebbe successo e così nacquero Moab e Ammon, che Dio fece prosperare fino a farne diventare due popoli, verso i quali mostrò attenzione anche secoli dopo (Deuteronomo 2:9-19). Questa vicenda è certamente una delle più difficili da accettare e allora, anche chi crede nella Bibbia come Parola di Dio, cerca in genere di dimenticarsela. Se però troviamo qualcosa nella Bibbia che noi non ci avremmo messo, significa che abbiamo bisogno di capire meglio chi è veramente Dio. Scrivere queste schede mi ha costretto a rifletterci un po’, senza più sorvolare come ho fatto anch’io nel passato: non sono riuscito ad eliminare lo sconcerto, ma qualche pensiero mi ha aiutato a diminuirlo, perciò questa volta allungo il commento. 1) La situazione era estrema e i fatti vanno visti all’interno di quelle circostanze eccezionali, senza trasferirli nella normalità. 2) Le figlie di Lot si ritrovarono in quella situazione per aver creduto e obbedito al messaggio di Dio, non per aver peccato. 3) Sono coscienti che l’unirsi al padre non è lecito, perciò non chiedono al padre di sposarle, né di essere solo messe incinte. 4) Il loro obiettivo dichiarato non è egoistico (anche se evidentemente desideravano di divenire madri), ma di perpetuare la memoria del padre. 5) Facendo ubriacare il padre lo rendono inconsapevole e così ne salvaguardano l’onore. 6) Prima di Napoleone, i morti venivano sepolti nelle chiese e nella cristianità si esalta a volte la morte come “accesso ad una beata seconda vita in cielo”, mentre dalla creazione di Adamo in poi tutta la Bibbia trasuda amore per questa prima vita, preferibile alla morte anche quando la vita si manifesta in modi imperfetti. (Riferimenti biblici principali: Genesi 19:30-38). (10/11/16)