SIAMO IMMAGINE DI DIO O DI UN ADAMO DECADUTO
BURZI BRUNO (27/10/16). Caro Fernando, prima del peccato Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza» (Gen 1:26). Dopo il peccato e la cacciata da Eden: «Adamo visse centotrent’anni, generò un figlio a sua somiglianza, a sua immagine, e lo chiamò Set» (5:1-3). Mi ha incuriosito il concetto «a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza», che mi pare sia presente soltanto due volte in tutta la Bibbia. La prima, è attribuita a Dio mentre pensa e crea, nella seconda invece si dice che così Adamo abbia fatto. La sostanza della frase è comunque analoga; poi non viene più ripetuta, perché? Essere fatti a immagine e somiglianza di Dio mi pare che potrebbe contemplare alcune caratteristiche proprie dell’Altissimo: oltre alla forma somatica (Gesù dice che chi ha visto lui ha visto il Padre) si potrebbe pensare che Adamo ed Eva fossero inizialmente in una condizione fuori dal tempo, cioè immortali come Dio. Paolo, per esempio, ribadisce più volte che, in conseguenza della disobbedienza di Adamo, il peccato è entrato nel mondo e, con esso, la morte (Rom 5:12-19). Tutta la discendenza successiva alla cacciata da Eden, infatti, non somiglia più a Dio, né alla coppia prima del peccato, ma a quella dopo, con tutti gli annessi e connessi. Si è così passati da un corpo immortale a un corpo mortale e, alla fine dei tempi, di nuovo ad un corpo immortale, per coloro i quali la salvezza è prevista. Mi viene un il dubbio compilativo che la trasmissione orale, la stesura dei manoscritti originali, le traduzioni e altro possano aver inserito qualcosa nel posto sbagliato: so però che tu non tieni quasi mai conto di questa evenienza e accetti il testo così com’è. Pur nel mio maccheronico masticare biblico, spero di aver reso l’idea di un inquadramento dei fatti iniziali che non mi sembra contrastare con le altre parti, semmai con alcune dottrine e interpretazioni che nei millenni si sono accumulate. Una per tutte, l’insegnamento secondo cui siamo tutti creati ad immagine e somiglianza di Dio, mentre a parer mio soltanto Adamo ed Eva lo furono, perdendo in seguito questa caratteristica e dando così inizio alla serie umana fatta ad immagine e somiglianza di Adamo e Eva, ma come peccatori. Gesù ha offerto se stesso per riconciliarci con Dio, per ritornare alla condizione iniziale prevista per la fine dei tempi, che però nessuno sa quando avverrà.
RISPOSTA (18/11/16). Il senso generale del tuo discorso mi sembra condivisibile, cioè il fatto che noi oggi non siamo “immagine di Dio” nello stesso modo nel quale lo erano inizialmente Adamo ed Eva. Ci sono però aspetti che vanno precisati. All’inizio Adamo era immortale solo “potenzialmente”, dato che lo sarebbe diventato mangiando il frutto dell’albero della vita, cosa che gli fu impedita e che sarà possibile alla fine dei tempi (Gen 3:22; Apo 22:14). Dopo il peccato, Adamo resta in qualche modo “immagine di Dio”, seppur deteriorata. Dio infatti continua a relazionarcisi, stabilendo poi una grande sintonia con alcuni “discendenti di Adamo”, quali erano Abele, Enoc e Noè. Gesù è anche “Figlio di Davide”, perciò di Adamo, e ciò non ne compromette la sua natura divina. Gesù trovò anche nei pagani e nei peccatori (anzi, ancor più in loro) il resto di un’immagine di Dio da restaurare. Perciò, in conclusione, è vero che non siamo “immagine di Dio” come lo era inizialmente Adamo, ma anche se parzialmente deteriorata, resta nell’essere umano quel riflesso di Dio che rende sacro ciascuno. DAF.